“Flipad con eso”: ovvero, breve lista di libri da leggere con una amica

Io e la mia amica L. viviamo in due città diverse, di paesi diversi, climaticamente lontani, ci fanno impazzire cose diverse, lei non mangia frutta, io non bevo caffè.

Siamo solo alte uguali.

Un’altra cosa ci accomuna: ci troviamo sempre d’accordo sui libri. Ed è un grande, grandissimo vantaggio, una base su cui si può costruire di tutto: una cena, un viaggio, un consiglio per un cambio di look.

A L. piace la prosa incisiva, a me anche. Siamo grandi apprezzatrici delle forme ibride: la capacità di tenere insieme una pagina mettendoci dentro aneddotica, autobiografia, slanci ironici e pura poesia…tutte queste cose ci fanno andare in fibrillazione. I libri migliori li leggiamo simultaneamente riempiendoci la chat con gli screanshoot dei passaggi chiave.

Ecco di seguito 5 libri che hanno estasiato sia me che la mia amica L., attraverso i nostri commenti a caldo.

Tra parentesi sono tutte autrici e sono quasi testi di matrice autobiografica, tanto per dire che siamo tipe prevedibili e pure incasellabili, cosa che non ci da affatto fastidio:

  1. “La cronologia dell’acqua” di Lidia Yuknavitch. Editore: Nottetempo. Letto nell’estate del 2022.

Un memoir folgorante di cui L. scrive, dopo appena un quarto d’ora di lettura: “Cristoiddio. Abbiamo scavallato le rispettive paure numero uno scegliendo questo romanzo, ma Yuknavitch ci annienta nelle prime due pagine”. Al che io rispondo: “A posto. Forse era meglio il libro del bambino sequestrato”

È vero, l’inizio lascia senza fiato. Un’apertura magistrale di cui non farò spoilers. Ci tengo solo a dire che La Cronologia dell’acqua è un testo atipico, potente, spesso sfrontato, a volte sperimentale, che segue il tempo in un modo non lineare: avanza come se si muovesse nell’acqua, per associazioni, per istinto, ricostruendo i traumi, sovrapponendo gli anni. Ci è piaciuto da impazzire.

2. “Niente di Vero” di Veronica Raimo. Editore: Einaudi. Letto nell’inverno del 2022. Un libro con un umorismo sorprendente che ho iniziato per caso ed ho subito capito che dovevo coinvolgere L. Ci ha affascinato il meccanismo di una voce narrante che si contraddice continuamente: “è come con le parole crociate a schema libero”, ci diciamo, “sembra che la narrazione salti di palo in frasca, ma non è così”.

3. “Dove non mi hai portata” di Maria Grazia Calandrone. Einaudi. Letto nella primavera del 2023.

Ecco un altro testo che è una sorta di meraviglioso esperimento e sta a cavallo tra i generi: è storia di famiglia, ed è anche auto-poliziesco, ed è anche vicenda di cronaca, ed è anche viaggio nella mente di una madre, una madre mai conosciuta. Secondo L. si tratta di “un testo che ti fa stare vicinissima all’autrice”. E io sono d’accordo: nonostante il tono poetico della prosa, le parentesi storiche, nonostante la quantità di termini desueti, M. G. Calandrone ci tiene al guinzaglio come lettrici, vorremmo quasi conoscerla, abbracciarla, ringraziarla di averci accompagnato con estrema pazienza ed empatia fino al centro della sua storia.

4. “Girlhood: in un corpo di ragazza” di Melissa Febos. Edizioni Nottetempo. Letto nell’autunno del 2023.

Un romanzo formato da una serie di racconti concentrici che ruotano tutti attorno a un discorso dal taglio decisamente politico. A metà lettura L. mi scrive: “sei già arrivata al punto in cui Melissa e le sue amiche si dicono che hanno avuto un attacco di patriarcato?”. Rispondo, non ancora, confermando la quantità di lampadine nel cervello che si accendono a mano a mano che ci addentriamo nella lettura.

Secondo L. l’autrice rende femminismo e patriarcato concetti plastici e vitali. “è la prima volta in cui penso: il pensiero femminista potrebbe servire alla mia vita. Prima annuivo e dicevo: si certo, il patriarcato…Ma era come una parola di cui non potessi farmene niente”.

5. “Chiaroscuro” di Raven Leilani. Edito da Feltrinelli. Letto nell’autunno del 2021.

Primi commenti a caldo dopo la lettura: “Comunque il titolo (in originale Luster) lo traducono come gli pare.” “è la peggior traduzione mai vista, non c’entra un tubo con il senso del romanzo. Per non parlare della copertina con la bocca in primo piano, sembra una locandina di Tinto Brass”, “per fortuna che non ci siamo fatte depistare ”.

Chiaroscuro/Luster è per noi questa sorpresa qui: un cocktail di temi come il razzismo, la precarietà e una certa inquietudine generazionale impacchettati in una storia tortuosa di relazioni contraddittorie. Qui non siamo nel memoir e non c’è l’alone magico dell’autobiografia. Eppure ci colpisce la lucidità e l’immediatezza di una rappresentazione che coglie cosa vuol dire essere “femmine, nere e povere in una grande città americana”.

Alcuni di questi libri, oltre ad averne disquisito a oltranza, li abbiamo anche recensiti su piccole riviste online. E facciamoci un po’ di sana pubblicità.

Eccoli qui i nostri commenti…giusto un po’ sistemati:

La cronologia dell’acqua:

Niente di Vero

Dove non mi hai portata

Chiaroscuro

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