Come spiegare le cose ai gatti

I gatti sono gatti, cioè non capiscono un tubo. Io adoro i miei gatti, li adoro precisamente perché sono ineducabili, totalmente refrattari al loro stesso nome o a qualunque richiesta/indicazione/supplica umana.

Vuoi far spostare il tuo felino dalla tastiera del tuo computer? Con la giusta spinta, non è difficile farlo sloggiare.

Vuoi insegnargli a rispettare il tuo spazio di lavoro? Chiarire che non si salta sul tavolo all’improvviso, che non si appoggia il culo su Enter, che non si cancella tutto il file a cui stavi lavorando?  Auguri.

Con i gatti valgono solo gli amori istruiti all’anarchia.

E quindi come si fa? Come si procede quando si vuole fare un catsplaining (gatto, te lo spiego io)?  

Ecco una lista di idee da applicare nel caso in cui vi garbino questo tipo di sfide. Magari a un certo punto, vi viene in mente di sfruttare la situazione per fare allenamento, perché, cari miei, se riuscite a spiegare una cosa a un gatto poi la strada è spianata. C’è anche caso che riusciate a spiegare le cose a voi stessi (tipo come si esce dal tunnel dello scroll su Instagram).  

  1. Non datevi troppo da fare, tanto è tempo perso.
  2. Affidatevi ai castighi e smetterete di dormire: il miagolio di un gatto è geneticamente progettato per spappolare un cervello.
  3.  Affidatevi al rinforzo positivo e vi ritroverete la casa disseminata di crocchette.
  4. Sdraiatevi a letto, andrà molto meglio.
  5. Fatevi sommergere dalle fusa, andrà ancora meglio.
  6. Non vi girate nel sonno, potrebbe andare molto peggio.
  7. Utilizzate questo insegnamento come metafora di quello che volete, va bene per quasi tutto.    

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